Francesco Lauretta

PERCORSO DAL PROFUMO

Mobili che raccontano. Pensavo all’uomo e a come l’uomo circonda le cose e si circonda.
Riflettevo allora ad una forma di identità delle cose lontana dalla possibilità d’uso o di comodità ch’essa comporta per fare della cosa un soggetto unico, integro, come bestie senza nome a riposo, bestie bianche e distanti, oggetti stranieri alla mente che mentono alla storia. Pensare al destino in opera. La pelle bianca e vellutata del corpo ottenuta con un lungo processo di un’antica tecnica di laccatura, sensuale ai limiti della libido, sembra mantenere una distanza necessaria dell’opera che riduce l’opera all’aura sparita, ad un tempo altro a quello della Ludovica Albertoni di Bernini, o l’altro a venire mentre il profumo dei petali di sapone verde percorre siti e memorie, litanie, provoca possibili sfondamenti e denunce. Campi bianchi come arene vergini in attesa che riprendano le lotte, che si riempino di segni, disegni.