Francesco Lauretta

Il Ringrazio

Testo in catalogo di Francesco Lauretta



Dovrei pensare ai ringraziamenti, almeno. Non so bene se è necessario pubblicare i miei deliri intimi. Ho provato a stracciare qualcosa delle mie lettere ma i risultati mi sembrano modesti eppoi mi vergogno assai a mandare all’aria parole così nude, tanto tese come perdenti. Ho provato pure a scrivere una Lettera da un altro mondo ma ho fallito nell’intento. Un amico mi ha pur consigliato di scrivere qualcosa con i nervi scoperti, di fare la voce grossa, di scrivere ringhiando qualche frase ad effetto, memorabile, di spiegare la mia pittura, la mia distanza, ma stavo leggendo, fortuna o sfortuna desiderando, queste parole: “Tuttavia sebbene mi renda conto che il modo migliore per ottenere l’approvazione di questo dotto consesso sarebbe di unirmi, come un affluente si getta nel grande fiume, al grande discorso del pensiero occidentale che vede l’uomo contrapporsi alla bestia, la ragione contrapporsi all’irragionevolezza, qualcosa dentro di me vi resiste, intuendo che quel passo comporta una resa incondizionata”¹. Ho pensato che forse sarebbe stato interessante pubblicare uno stralcio di questo romanzo, La vita degli animali di J. M. Coetzee, a partire da “Come si usa il bastone per raggiungere le banane?”¹ (pagina 39) fino a “L’evidenza indica l’opposto: possiamo fare di tutto e passarla liscia; non c’è punizione”¹ (pagina 47). Cosa c’entra questo stralcio di romanzo con le mie metafisiche? Forse nulla, però nel frammezzo c’era una domanda che mi ha fatto sbuffare: “che cosa si prova a essere un pipistrello?”² , “che cosa prova X a essere X?”². Il mondo ci attraversa informe con i suoi misteri. Un cane randagio che fantasma ho incontrato nella notte che pare non mi abbia visto – son io fantasma? – avvicinatomi due passi; davvero, qui ci si può ignorare magnificamente, magnificamente dell’arte si nota l’assenza, basta osservare i sacchetti dell’immondo ciondolare in ogni ingresso soffiati dal vento quando tutt’intorno dorme o appena sbadiglia il risveglio. Una vita traslata, i passi senza importanza, posti di fine, come dicevo, lettera dell’altro mondo, ripeto. Ho provato immediatamente questa “forma di vita fondamentalmente aliena” in piazza Regina Margherita a Ispica, poco prima che Roberto mi dettasse la Le metafisiche del tempo. Tant’è vero che faticavo a parlare, balbettavo, la comunicazione s‘era fatta impossibile. Ora non desidero consigliare la lettura – lettura?- di questo romanzo a nessuno, non mi riguarda, ma non posso non ringraziare quanto mi è stato donato lungo il percorso , pertanto allego le fonti, allo scoperto.

Ringrazio Garcia Lorca per La cornata e la morte e in particolare per il verso “la morte depose uova nella ferita / alle cinque della sera”. David Means per avermi fatto tramare con i “temibili” Episodi incendiari assortiti. A M. Homes colle Cose che bisognerebbe sapere, Il ritorno a casa di Natasha Radojčić-Kane, e Luigi Pintor ne I luoghi del delitto. Senaldi Marco per il suo Enjoy! Il godimento estetico. Non posso non ricordare Bel ami del grandissimo Guy de Maupassant e il Mercoledì delle ceneri di Ethan Hawke. Ringrazio gli amici che abitano Les yper sound di via Rossigni 14/E di Torino e che consiglio a tutti - questo si - di andare a visitare. Ivana e Antonio. Ancora una volta Luca per avermi incoraggiato ad acquistare Greendale del vecchio Neil. A Daniel Johnston per avermi cantato Funeral girl. La vodka di Venedikt Erofeev. Ringrazio poi i ragazzi pazzi di Ispica e i tunisini di Portopalo. Uno scultore d’altri tempi, Salvo Monica. Un pittore di questi tempi di nome Sergio. E ancora altro, tant’altro ancora che lascio immaginare.

 

(¹) J. M. Coetzee, The lives of animals, Princeton University Press, 1999 (trad.it. La vita degli animali, Adelphi, Milano,2000).

(²) T. Nagel, What Is It Like to Be a Bat? in Mortal Question, CambridgeUniversity Press, 1979 (trad.it. Che cosa si prova a essere un pipistrello?, in D. R. Hofstadter e Daniel C. Dennet, L’io della mente, Adelphi, Milano, 1985)